Una grande emozione per gli alunni delle classi quinte della scuola primaria e delle classi prime della scuola secondaria di primo grado, che questa mattina hanno avuto il privilegio di ascoltare la testimonianza storica di Ugo Foà, autore del libro “Il bambino che non poteva andare a scuola. Storia della mia infanzia durante le leggi razziali in Italia”.
Una lezione di vita, oltre che di storia, un incontro emozionante, intenso e toccante con un racconto delicato ma profondo.
Quando vengono promulgate le leggi razziali, nel 1938, Ugo ha 10 anni, sta per iscriversi alle scuole medie.
Ma all’inizio di settembre, prima che ricominci l'anno scolastico, sua madre gli comunica che, in quanto ebreo, non potrà tornare tra i banchi di scuola. Ugo e i suoi quattro fratelli, e tutti gli ebrei in Italia, non potranno fare sport, lavorare negli uffici pubblici, avere una radio in casa, farsi aiutare da una tata “di razza ariana”, e via via molti provvedimenti che mirano a estrometterli dalla vita sociale, economica e politica del Paese.
La scelta di Ugo Foà di testimoniare la propria esperienza, quella di un’infanzia interrotta dalle leggi razziali, rappresenta in modo particolare per le giovani generazioni una lezione di storia, un contributo alla memoria storica, ma al tempo stesso è un monito a non dimenticare ciò che l’Olocausto e l’emanazione delle leggi razziali ha rappresentato, a opporre a quella sopraffazione un risoluto e totale rifiuto, per affermare piuttosto i valori del rispetto e della tolleranza nella società in cui viviamo.
Tra la testimonianza dell’autore e il successivo dibattito, gli alunni del nostro Istituto hanno potuto vivere un’esperienza formativa indimenticabile, riflettendo sull’importanza della memoria e sul pericolo dell’indifferenza attraverso i frammenti di una storia realmente accaduta.